Leadership: hai la patente?
Andiamo a comandare dice la canzone ed è uno dei più grandi sogni di ogni uomo poter far fare agli altri quello che si vuole, perchè in fondo ognuno di noi è convinto di aver capito più degli altri come funziona il mondo o almeno alcuni determinati settori in cui ci sentiamo leader.
Ma la cosa più difficile, secondo me, dell'essere leader è legata al fatto di essere davvero leader, cioè di essere autorevoli e non autoritari, ovvero la facoltà' di interagire con i nostri collaboratori seguendo un idea di fondo di come vogliamo che le cose siano fatte ma soprattutto di quello che vogliamo ottenere.
La vera leadership ha seguaci quando la visione comporta un vantaggio per tutti i partecipanti al progetto, altrimenti è semplicemente una tirannia, sempre.
I sacrifici che spesso si chiedono devono essere supportati dal proprio sacrificio, l'esempio del proprio comportamento vale più di mille discorsi e promesse, anche se servono anche quelli per illustrare il proprio punto di vista e renderlo chiaro e non equivocabile.
Fare impresa adesso in Italia è diventata una sfida quasi eroica perchè il mercato è lento, la liquidità è poca, la fiducia e l'ottimismo sono sottoterra. Il tessuto sociale non è formato culturalmente e tecnicamente per i cambiamenti sempre più repentini della tecnologia che sta portando vantaggi solo a pochi dopo la promessa di un mondo migliore.
In questo contesto il leader diventa il cavaliere dei tempi moderni, colui che combatte contro tutto per valori e ragioni che sono riconosciuti da tutti. Quindi serve un leader che sia smart ovvero che si adatti alla situazione e comunque estraggo alcuni contenuti dal libro istant leadership di jeffrey Gitomer.
I tuoi collaboratori devono vedere il tuo impegno da leader per impegnarsi, il tuo entusiasmo per entusiasmarsi, dimostrare che ci credi per far credere anche a loro, che fatichi per massimizzare la loro fatica.
Comunque alcuni punti chiave per la leadership che presento sono basati sul concetto di leadership situazionale. Punto chiave della prima competenza da acquisire per un leader è quello di individuare una mansione specifica, cioè decidere e definire esattamente cosa deve essere fatto e da chi.
Valutare per ogni attività a chi assegnarla per competenza ma valutandola in quel momento perchè le condizioni e i comportamenti delle persone possono cambiare quindi bisogna sempre considerare la soluzione migliore in quel momento e non adagiarsi su una procedura già sviluppata.
Fondamentale infine combinare le informazioni necessarie alla procedura con l'attenzione alla relazione, cioè fornire le informazioni necessarie allo sviluppo della procedura ed insieme mantenere e incentivare un rapporto di fiducia ed incoraggiamento. Quindi fondamentale affinchè tutto questo sia efficace è che ci sia una capacità di ascolto e diagnosi del leader prima della capacità di motivare e delegare. Quindi un processo completo e bidirezionale di informazione.
Perché in definitiva la capacità del leader è quella di lavorare tramite gli altri ma non per comando ma per trasmissione di idee e valori e sentimenti potenzianti. Ovviamente determinazione e autorevolezza sono necessari ma non sufficienti.
Leader, coach, motivatore, guida, maestro, guru sono tutti termini vuoti senza le necessarie competenze che vanno studiate, comprese, applicate, analizzate e corrette. Come una pianta che cresce, l'attenzione continua ai risultati in ogni aspetto della propria attività alla lunga permette di fare la differenza. Ma ogni viaggio si sa inizia con il primo passo, quindi da questo momento prendiamo in carico la nostra capacità di guida se vogliamo e iniziamo a lavorare.
Come una patente a punti possono diminuire quando sbagliamo e aumentare quando andiamo nella direzione giusta senza sbagliare, ricordando che sbagliare vuol sempre dire imparare.
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